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Il Montaggio Video cambia una storia.


L'IMPORTANZA di scegliere il CUT giusto nel VIDEO EDITING.



 

Sfatiamo la folcloristica diceria con cui molti, ignari del mestiere, pensano che un taglio video serve solo a mettere una toppa alla cagata fatta in registrazione.


Rinfreschiamo le idee riguardo all’importanza del montaggio video e più avanti parleremo anche di alcune tipologie di taglio fondamentali, e che io preferisco, per le nostre realizzazioni.


Il montaggio video cambia una storia. Noi con i nostri tagli decidiamo cosa deve provare il pubblico.


È uno degli strumenti più potenti nelle mani di un Videomaker, ed è proprio il taglio video a rivestire un ruolo cruciale nella costruzione della narrazione.

Il video editing ha la capacità di cambiare la storia, di influenzare non solo il modo in cui una trama si sviluppa, ma soprattutto come il pubblico la percepisce emotivamente.

Quando decidiamo dove e come inserire un taglio, plasmiamo le emozioni dello spettatore e guidiamo il suo pensiero e la sua interpretazione, quasi manipolando il suo modo di vedere la realtà rappresentata sullo schermo.


Il taglio nel montaggio: più di una tecnica

Il taglio nel montaggio video è una delle tecniche più antiche e fondamentali della narrativa audiovisiva. Sebbene possa sembrare un semplice gesto tecnico. In realtà nasconde una straordinaria potenza creativa.

Con un taglio possiamo alterare il ritmo di una scena, cambiarne il tono e persino modificare il significato di ciò che viene mostrato.

Un esempio iconico che dimostra l’importanza del taglio è il famoso esperimento di Lev Kulesov, un regista e teorico sovietico degli anni ’20 del secolo passato.


L’effetto Kulesov dimostra come il pubblico, vedendo lo stesso volto neutro alternato con immagini diverse, interpretava l’espressione dell’attore in modo differente.



Questo esperimento è la dimostrazione perfetta di come il montaggio non sia semplicemente un'operazione tecnica, ma un vero e proprio strumento di narrazione che può trasformare il contenuto di un’immagine e creare un nuovo significato. Noi possiamo decidere che emozioni far vivere allo spettatore.

 

Il taglio è lo strumento narrativo fondamentale

Il montaggio video è onnipresente in cinema, TV e piattaforme social.

Anche se spesso invisibile agli occhi meno esperti, ogni taglio ha un impatto psicologico e narrativo, trasmettendo messaggi specifici, anche in modo inconsapevole.

Nella narrazione audiovisiva, il montaggio invisibile crea una continuità fluida, mentre cambiamenti di inquadratura, angolazione o luce influenzano la percezione dello spettatore. Nei social, la rapidità dei tagli è aumentata per catturare l'attenzione. Il pubblico percepisce inconsciamente il ritmo dei tagli, che può generare tensione o urgenza, come nei jump cut o nei lunghi piani sequenza. Il taglio, fatto da un montatore capace e quindi fatto con “i ditini”, è e rimarrà uno strumento narrativo fondamentale.


Pensiamo al ritmo: il montaggio può accelerare o rallentare il flusso di una scena, a seconda del numero e della velocità dei tagli. In una scena d’azione, tagli rapidi possono aumentare la tensione e l’adrenalina, mentre in una scena drammatica, tagli lenti e dilatati possono intensificare l’emozione.


Personalmente, e chi è del mestiere sarà d’accordo con me, montare tagliando clip, incollando altre, accavallare un suono è qualcosa che si vive con impulso, sensazioni, percezioni. Non è solo tecnica, ma anche sentimento.


Il taglio permette anche di giocare con lo spazio e il tempo. Con un semplice taglio, possiamo trasportare lo spettatore da un luogo all’altro, da un momento all’altro, senza bisogno di parole o spiegazioni.


Ma vi rendete conto dell’enorme potere creativo che abbiamo nelle nostre mani?


Possiamo decidere quando far iniziare e finire una scena, cosa mostrare e cosa omettere, e come manipolare la percezione del tempo e dello spazio dello spettatore.


(Ad esempio, nel film "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick, uno dei tagli più celebri della storia del cinema è il passaggio da un osso lanciato in aria a un’astronave. Con un semplice taglio, Kubrick ci trasporta milioni di anni nel futuro, suggerendo un collegamento simbolico tra il progresso tecnologico e la storia dell'umanità.)


Il taglio è un potente mezzo per suscitare emozioni.


Il montatore, in questo senso, è come un musicista che decide quando accelerare il ritmo e quando rallentarlo, creando un’armonia che guida le emozioni del pubblico.

 

Tipologie di taglio

Nel mondo contemporaneo, esistono numerose tipologie di taglio che possono essere utilizzate a seconda delle necessità narrative e stilistiche. Vediamone alcune:

 

1. Taglio netto o standard (hard cut)

Il taglio netto è forse il tipo più comune e tradizionale. Si tratta semplicemente di un passaggio diretto da una clip all’altra, senza transizioni o effetti. È il modo più rapido per passare da una scena all’altra, ideale per mantenere un ritmo incalzante. Tuttavia, nonostante la sua semplicità, un taglio netto ben piazzato può essere estremamente potente, soprattutto quando contrasta immagini o emozioni opposte.

 

2. Taglio di continuità (match cut)

Il taglio di continuità è un tipo di montaggio che cerca di preservare il flusso naturale delle azioni, come quando un personaggio apre una porta in una inquadratura e la chiude in un’altra. In questo caso, lo scopo del montatore è quello di far sì che il passaggio sia il più fluido possibile, per mantenere l’illusione della realtà e la concentrazione dello spettatore.

 

3. Taglio interno (jump cut)

Il jump cut è un taglio brusco che rompe la continuità temporale o spaziale all'interno di una stessa scena. È stato reso popolare dalla Nouvelle Vague francese, in particolare da registi come Jean-Luc Godard. In un jump cut, una sequenza può apparire discontinua, con salti improvvisi nella narrazione o cambiamenti nell’inquadratura che attirano l’attenzione dello spettatore e creano una sensazione di sconnessione o di ritmo frenetico. Questo tipo di taglio può essere usato per rappresentare il tempo che passa velocemente o per destabilizzare la percezione dello spettatore.

 

4. Taglio invisibile (invisible cut)

Il taglio invisibile, come suggerisce il nome, è un tipo di taglio che passa inosservato dallo spettatore. Viene spesso nascosto dietro movimenti di camera, oggetti che passano davanti all’obiettivo o elementi oscurati, in modo da creare una transizione senza che il pubblico se ne accorga. Un esempio di questo è il piano sequenza, dove i tagli sono così ben nascosti che sembra che l'intera scena sia stata girata in un’unica ripresa.

 

5. Taglio a L e taglio a J (J cut e L cut)

Questi due tagli prendono il nome dalla forma che le tracce audio e video formano in un software di montaggio. Nel taglio a L, l’audio di una scena continua mentre l’immagine cambia, mentre nel taglio a J accade il contrario: l’audio di una nuova scena inizia prima che l’immagine cambi. Entrambi questi tipi di tagli vengono utilizzati per creare transizioni più fluide e naturali, evitando interruzioni brusche e permettendo una fusione più graduale tra le scene.

 

Sperimentare con il taglio nel montaggio moderno

Oggi, grazie ai software di montaggio e alla tecnologia digitale, i montatori hanno a disposizione strumenti sempre più sofisticati per sperimentare con il taglio. Il montaggio non è più solo una questione di tagliare e unire, ma può includere effetti visivi, transizioni complesse, manipolazioni temporali e molto altro. Ciò ha portato a una continua evoluzione della tecnica, che spinge i limiti di ciò che può essere realizzato attraverso il montaggio.


Alcuni registi e montatori contemporanei, come Edgar Wright, sono noti per l'uso innovativo del montaggio, sfruttando il taglio per creare effetti comici, ritmici e sorprendenti. In film come “Shaun of the Dead” o “Baby Driver”, Wright usa tagli rapidi e creativi per creare una sorta di coreografia visiva che accompagna la narrazione e il ritmo della storia.

 

Pe' strigne... il taglio video è molto più di un semplice passaggio tecnico: è un atto creativo che, se ben orchestrato, può trasformare radicalmente l’esperienza dello spettatore.


 

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